Valutazione D.S.A.
La valutazione e la diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento è uno dei servizi offerti dallo studio. I nostri bambini possono a volte trovarsi in difficoltà nell’ambito scolastico, nella lettura, nei calcoli matematici, nell’ortografia o nell’organizzazione del lavoro a casa: “Da dove inizio? Non ho voglia! Che fatica!” e fare i compiti diventa una lotta che lascia bambini, mamme e papà senza energie.
La psicodiagnosi consente ai bambini con difficoltà di apprendimento di essere individuati, riconosciuti e di ricevere tutto l’aiuto di cui necessitano. La relazione rilasciata dal nostro Servizio, una volta portata all’Asl territoriale di riferimento, consente di ricevere un documento di EES (Esigenze Educative Speciali), che attivano immediatamente misure scolastiche compensative e dispensative adeguate per quel bambino, affinché possa continuare a studiare con serenità, nel modo giusto per lui e senza sentirsi diverso dai suoi coetanei.
Per promuovere un po’ di chiarezza: cosa sono i DSA?
Con il termine disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) ci si riferisce ad un gruppo eterogeneo di disturbi consistenti in significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità scolastiche, quali l’ascolto, espressione orale, lettura, ragionamento e matematica, dovuti a disfunzioni del sistema nervoso centrale. Possono coesistere col disturbo specifico di apprendimento problemi nei comportamenti di autoregolazione, nella percezione sociale e nell’interazione sociale, ma questi non costituiscono di per sé un disturbo specifico dell’apprendimento. Le emozioni legate al senso di inadeguatezza, di bassa autostima, magari anche di confusione e di rabbia possono, se trascurate, emergere e mettere bambini ed adulti ancora più in difficoltà.
I disturbi specifici dell’apprendimento possono verificarsi in concomitanza con altri fattori di disabilità o con influenze estrinseche (culturali, d’istruzione, ecc.), ma non sono il risultato di quelle condizioni o influenze (Hammill).
Principali caratteristiche dei disturbi specifici dell’apprendimento:
- Base neurobiologica: anomalie funzionali e strutturali a carico di determinate aree cerebrali vengono indicate come correlati neurobiologici dei disturbi specifici dell’apprendimento. Ciononostante è bene ricordare che i fattori biologici interagiscono con quelli ambientali concorrendo alla comparsa dei disturbi dell’apprendimento.
- Carattere Evolutivo: sempre più studi confermano l’origine genetica dei disturbi specifici dell’apprendimento andando a determinare un’anomala capacità d’apprendimento che quindi si manifesta già dalle prime fasi dello sviluppo.
Variabilità espressiva: ogni abilità d’apprendimento segue un percorso specifico che tende ad avere una diversa espressività a seconda delle varie fasi dello sviluppo.
- Comorbilità: a conferma di una comune origine biologica questi disturbi tendono a presentarsi simultaneamente rendendo particolarmente eterogenei i quadri diagnostici.
- Rilevanza: il disturbo deve avere un’interferenza significativamente negativa sull’adattamento scolastico e/o sulle attività di vita quotidiana.
Si denotano come “specifici” in quanto il disturbo interessa un’abilità circoscritta mentre il funzionamento intellettivo globale è preservato. In altri termini, deve emergere una “discrepanza” tra le capacità intellettive che risultano nella norma, e un’abilità specifica (es. lettura) la quale risulta deficitaria in rapporto all’età ed alla classe frequentata dal soggetto.
Per rilevare la presenza di deficit vengono utilizzati test standardizzati (permettono il confronto con un campione di riferimento) che consentono la misurazione sia dell’abilità compromessa che del funzionamento intellettivo. E’ quindi necessario escludere la presenza di condizioni che possano influenzare i punteggi nei test (criteri di esclusione): menomazioni sensoriali e neurologiche gravi, disturbi significativi della sfera emotiva; situazioni ambientali di svantaggio socio-culturale che possono interferire con un’adeguata istruzione.
Quando sono presenti patologie o anomalie sensoriali, neurologiche, cognitive e psicopatologhe (criteri di esclusione), la cui influenza non è in grado di spiegare interamente il deficit settoriale è opportuno optare la diagnosi di Disturbo d’Apprendimento (non specifico).
Nella categoria dei disturbi specifici dell’apprendimento rientrano i disturbi delle abilità scolastiche, in particolare: dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia.
Pre-requisiti, diagnosi ed incidenza
Le difficoltà nelle competenze comunicativo-linguistiche, motorioprassiche, uditive e visuospaziali in età prescolare sono possibili indicatori di rischio di disturbi specifici dell’apprendimento, soprattutto in presenza di una anamnesi familiare positiva. Nella fascia 3-5 anni i bambini dovrebbero aver sviluppato determinate abilità, denominate pre-requisiti.
Sebbene segnali evidenti di difficoltà, tali da rendere necessario il monitoraggio di questi alunni, possano essere presenti sin dalla scuola dell’infanzia e dal primo anno della scuola primaria, si preferisce attendere il completamento del ciclo d’istruzione formale per porre diagnosi, in modo da evitare un eccesso di falsi positivi. Nello specifico, per quanto riguarda dislessia, disortografia e disgrafia si attende la conclusione dell’insegnamento del codice scritto che coincide con la fine secondo anno della scuola primaria. Similmente, per diagnosticare con maggiore accuratezza la presenza di discalculia, si attende la fine del terzo anno della scuola primaria.
Premesso che a seconda dei criteri diagnostici utilizzati da clinici e ricercatori l’incidenza può variare, si stima che in Italia i casi di disturbi specifici dell’apprendimento riguardino il 3-4% della popolazione, all’incirca un bambino per classe.
L’Intervento sui disturbi specifici dell’apprendimento
Scopo principale degli interventi sui disturbi specifici dell’apprendimento è ridurre l’impatto che questi disturbi possono avere sulla carriera scolastica e sulla vita degli alunni. Interventi a 360 gradi prevedono l’impiego di conoscenze legate a figure professionali diverse (psicologo, neuropsichiatra, pedagogista, logopedista) e richiedono la collaborazione/interazione “alunno-famiglia-scuola-esperto”. Sin dalla scuola dell’infanzia è possibile attuare degli interventi preventivi rivolti a tutti gli alunni allo scopo di potenziare i prerequisiti.
Durante il primo anno di scuola primaria è invece opportuno somministrare test di screening in modo da individuare quei bambini a rischio, così da favorirne il monitoraggio ed un’eventuale diagnosi precoce. Questo iter consente, qualora ce ne fosse bisogno, di attuare tempestivamente dei percorsi di potenziamento per quelle abilità che risultano compromesse. Il bambino che riceve una diagnosi precoce e viene sottoposto ad un potenziamento ha maggiori probabilità di migliorare le prestazioni ed allo stesso tempo conoscere ed usare strumenti e strategie alternative adatte alla sua condizione.
Ai genitori dei bambini con disturbi specifici dell’apprendimento si consiglia di rivolgersi ad un esperto degli apprendimenti che possa garantire un approccio scientifico al caso: valutazione, diagnosi e l’applicazione di un trattamento centrato sui punti di forza e debolezza del bambino sono passaggi fondamentali per auspicare un miglioramento nello sviluppo delle competenze compromesse dal disturbo ed evitare possibili ripercussioni negative a livello emotivo-motivazionali (es. frustrazione).